Il fenomeno virale di Saint Esteve de les Roures

Il paesino inventato icona dell’indipendentismo catalano

Negli ultimi mesi gli account Twitter con la dicitura Sant Esteve de les Roures hanno invaso il consumo digitale, e non solo, dei catalani. Questo fenomeno virale, nato come uno scherzo, ha delle origini più che “autorevoli”.

Quando l’1 ottobre in Catalogna, durante il referendum per l’Indipendenza, si era assistito ad azioni di polizia molto violente, dato che il Governo centrale di Madrid non ha mai riconosciuto come legale il risultato di quelle votazioni, nella memoria collettiva catalana (e soprattutto indipendentista) si è radicato ancora di più un sentimento di rifiuto nei confronti delle forze dell’ordine spagnole come la Guardia Civil o la Policía Nacional.

Ed è stata proprio la Guardia Civil a creare “per errore” uno dei fenomeni virali più folli e al tempo stesso più rivendicativi: il paese di Sant Esteve de les Roures.

Addirittura, molte personalità note dell’ambito della politica o del giornalismo in Catalogna si sono trovate il loro avatar di Sant Esteve de les Roures, come il deputato finlandese Mikko Kärnä un fervido sostenitore della causa catalana — nell’account fake rappresentato come un allegro finlandese intento a svolgere attività “tipicamente” finlandesi: come la sauna, il bagno fra i ghiacci o la caccia all’alce — e il giornalista basco-catalano Jonathan Martínez, a loro volta fan delle proprie parodie. Vi sono poi gli account di paesini stranieri “gemellati”, come l’italiano Santo Stefano delle Querce. Attualmente sono oltre 3.000 gli account umoristici legati a Sant Esteve de les Roures.

Ciò che più occorre segnalare di questi account, creati da singoli per scopi umoristici, vengono spesso utilizzati anche per esprimere opinioni serie su notizie e fatti di cronaca gravi, come successo il caso de La Manada- i 5 uomini che hanno stuprato in gruppo una diciottenne e sono stati condannati a 9 anni di carcere per abuso sessuale, e non per stupro, poiché la vittima “non si era difesa”- o la sentenza per i ragazzi di Alsasua, nella Navarra di lingua basca: 8 giovani fra i diciotto e i vent’anni, inizialmente accusati di atti di terrorismo con pene dai 30 ai 50 anni, infine condannati a 13 anni di carcere per una rissa in un bar con due Guardia Civil in borghese.

Risulta chiaro come questo gioco collettivo si sia trasformato in una forma di resistenza politica e di guerrilla social per rafforzare l’ideologia indipendentista attraverso lo humor.

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